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De Franceschi- A Noale gli inquilini non pagano l’affitto, ma le tasse non prevedono deroghe.

Alla proprietaria di Noale arrivano avvisi bonari e cartelle esattoriali:”Questa storia mi ha prosciugata. Sarebbe giusto interrompere la tassazione sull’immobile”.

Da più di un anno non percepisce i soldi dell’affitto dato in locazione, ma deve comunque pagarci le tasse e pure le spese condominiali. Non avendo i soldi, ecco l’arrivo di avvisi bonari e cartelle esattoriali. È il caso (non certo isolato) di una signora di Noale – che chiede di restare anonima – seguita dallo studio di Alberto De Franceschi, tributarista.

La donna, un’insegnante in pensione, avrebbe stipulato nel 2014 un contratto di affitto 4+4, concedendo il suo immobile in locazione a due giovani italiani per 450 euro mensili. I due, inizialmente, hanno regolarmente corrisposto i primi mesi d’affitto. Poi, a partire da marzo 2015 e per tutto l’anno solare, non hanno più versato un soldo, costringendo la proprietaria a pagare non solo le tasse – tra cui la cedolare secca, che da sola prevede una tassazione del 21% l’anno – ma anche le spese delle utenze domestiche, per evitare ulteriori ripercussioni sull’immobile. In Italia, purtroppo, non è così facile rivalersi sugli affittuari inadempienti: per un’ordinanza di sfratto esecutivo per morosità, infatti, devono trascorrere tra gli 8 e i 12 mesi, e nel frattempo i proprietari devono continuare a pagare le tasse sull’immobile, senza alcuna tutela.

La proprietaria, in questo caso, ha inviato un’intimazione di sfratto agli inquilini, seguita da un’ordinanza di sfratto esecutivo, ma entrambe sono state ignorate, e i locatari hanno continuato a vivere indisturbati nell’appartamento, finché a marzo 2016 è intervenuto l’ufficiale giudiziario, disponendo lo sgombero dei locali per il mese di aprile. Al danno, però, si aggiunge la beffa: considerate le pessime condizioni in cui è stato ritrovato l’appartamento, la donna adesso dovrà investire circa 8mila euro per riportare l’immobile a uno stato accettabile.
“Non è possibile che alla fine noi veniamo tassati per non percepire nulla sull’immobile – commenta la protagonista della vicenda -. Nel momento in cui c’è un’ordinanza e la gente continua a non pagare gli affitti sarebbe giusto interrompere la tassazione sull’immobile. Pago già l’Imu sulla seconda casa, sono un’insegnante in pensione e prendo 690 euro di pensione al mese. Questa vicenda mi ha prosciugata”.

De Franceschi rileva: “Il tema di tassazione degli affitti non percepiti è molto complesso. Anche se recentemente è stata introdotta una norma per non tassare quanto non si è percepito, purtroppo resta condizionata all’istanza di sfratto e alla sua accettazione da parte del tribunale. In pratica, servono minimo altri tre mesi. Per poi non dire che in talune situazioni lo sfratto non si concretizza e che le spese (condominiali) in caso di mancato pagamento da parte dell’inquilino rimangono sempre a carico del locatore (il proprietario) che così facendo aumenta il credito di difficile incasso”.

“Ora ritornando all’aspetto fiscale –  aggiunge De Franceschi – si deve far notare che se l’accettazione non avviene entro il 30.9 dell’anno successivo a quello dei redditi da dichiarare (per capire, oggi se gli affitti sono del 2015 entro il 30.9.2016) questi andranno tassati e poi verranno recuperati nella dichiarazione dell’anno successivo. Nel caso della nostra assistita noi abbiamo dovuto considerare sia la rateazione con l’istituto del ravvedimento operoso (quindi sanzioni e interessi seppur in forma agevolata) che la rateazione delle cartelle in quanto la cliente non aveva ovviamente i soldi per pagare quanto non percepito. Visto tutta l’informatizzazione della PA e i dati trasmessi dalle banche penso oggi sia semplice poter non far dichiarare ai proprietari gli affitti non percepiti e verificarli velocemente nei conti bancari senza tutta la burocrazia richiesta che allunga i tempi ed appesantisce le situazioni già molto precarie in molti casi”.

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