Internet appare spesso come un posto selvaggio o, quantomeno, inselvatichito. Come in una Babele disordinata, centinaia di “leoni da tastiera” (così vengono chiamati quegli utenti che utilizzano toni e modi del tutto anarchici e aggressivi per comunicare sul web) ogni giorno picchiettano parole e comunicano via social senza risparmiarsi. Eppure il web avrebbe, come qualsiasi altro contesto social(e), un suo codice comportamentale preciso che, seppur non rigoroso, sarebbe sempre bene seguire per evitare tutte quelle incomprensioni e quei lunghi dibattiti che spesso sorgono in post e commenti nei social: è la netiquette.
Il termine nasce dalla fusione di due parole net (la rete) ed etiquette (l’etichetta, il galateo). La netiquette, infatti, è proprio questo: l’insieme delle regole di buona condotta da seguire per comunicare educatamente sul web e nei social, soprattutto con persone che ancora non si conoscono (e che dunque potrebbero mal interpretare le nostre intenzioni se non seguiamo dei modi standard). Ogni piattaforma ovviamente ha delle sue regole specifiche, spesso espresse proprio dal sito o dall’app stessa (solitamente definiti nelle pagine denominate Termini di utilizzo, Condizioni d’uso e simili), ma ci sono alcune regole che sarebbe sempre bene conoscere a priori e utilizzare a prescindere dalla community con cui stiamo interagendo: sono 20 comportamenti definiti ancora nell’ottobre 1995 dal documento RFC 1855e che seguono per lo più il semplice buon senso del vivere civile, facendo riferimento ai concetti di rispetto, tolleranza e soprattutto educazione.
Di seguito, ne proponiamo un sunto, suddiviso in dieci punti.
1. No a spam, catene di Sant’Antonio e cross-posting
La netiquette nasce in un’epoca in cui le social community ancora non esistevano. Esistevano tuttavia le email ed è da queste che prendono spunto le prime regole del vivere civile online. Non è un caso, dunque, se uno dei primi consigli da seguire è proprio quello di evitare spam e catene, che possono annoiare e apparire inopportune in molti contesti, dalle semplici mail ai commenti. No anche al cross-posting, ovvero l’invio multiplo di propri contenuti (testi, foto, altro) a più gruppi o più pagine contemporaneamente per sponsorizzare, pubblicizzare o rimarcare le proprie idee (specie se discutibili).
2. Occhio a ortografia e grammatica
Come a tavola il Galateo prevede ordine e compostezza, così anche il web richiede massima attenzione alla grammatica. A differenza di ciò che molti credono, un post o una mail sono molto più simili a una pagina di giornale o a una lettera di quanto non lo siano a un appunto personale sul proprio diario: nei social comunichiamo con altre persone, una cattiva grammatica o poca cura all’ortografia potrebbero farci apparire fuori luogo o trasandati… un po’ come se a tavola usassimo il coltello del pesce per tagliare la carne.
Una svista è sempre consentita, purché sia, appunto, soltanto una svista. D’altro canto, infatti, poca tolleranza è riservata a chi non sia affatto tollerante nei confronti degli errori altrui: sottolineare le sviste altrui e giudicarle, specialmente con toni sprezzanti (come purtroppo spesso capita sui social), è altrettanto maleducato. Si arriva quindi al punto 3.
3. Niente bullismo digitale, offese e parolacce
La Teoria della relatività linguistica Sapir-Whorf, seppur vada presa con le pinze, conferma una triste ipotesi: le forme del linguaggio permeano, modificano e plasmano le forme del pensiero. In pratica, noi siamo quello che diciamo e il modo in cui parliamo è la rappresentazione del mondo in cui viviamo e, quindi, il linguaggio e il modo in cui ci rapportiamo agli altri sui social sono la nostra rappresentazione virtuale, la visione di come concepiamo la vita.
Purtroppo si tratta di un punto spesso sottovalutato dai più: nascosti dall’anonimato e al sicuro dietro ad uno schermo, è facile cadere nel tranello delle imprecazioni, degli insulti, delle minacce, delle discriminazioni e delle calunnie. Eppure la legge punisce duramente chi contravviene a questa regola: nonostante quel che si creda, esistono anche le denunce per diffamazione sui social, con multe minime di 516 euro, ma si può arrivare anche fino a tre anni di reclusione, come previsto dal codice penale.
Massimo rispetto, dunque. Per gli altri, o almeno… per il nostro portafoglio!
4. Massima attenzione alla comprensione del testo
La maggior parte delle difficoltà comunicative, che spesso sfociano proprio in insulti e botta e risposta per nulla educati, dipende per di più dalla comprensione del testo. Il web, si sa, con la sua tipica spinta verso la lettura a L capovolta (ovvero la tendenza a leggere attentamente le primissime righe per poi perdere gradualmente il livello di attenzione nel corso del testo, creando con gli occhi proprio il disegno di una L rovesciata), non invoglia certo alla lettura. Questo però non significa che non ci si debba ugualmente impegnare a leggere con concentrazione e impegno ciò che viene scritto dagli altri prima di rispondere.
In alcuni contesti poi, anche una semplice emoji può fare la differenza ed evitare le incomprensioni.
5. Apertura al dialogo e al dibattito positivo
E se non si è sicuri al 100% di ciò che si è letto, si può sempre chiedere… con gentilezza. Si può comunicare anche se non si è d’accordo con qualcosa: anche in questo caso, con educazione e, soprattutto, giustificando le proprie risposte. Se qualcuno vi dicesse di avere un’idea differente su qualcosa, non vi farebbe piacere che vi spiegasse anche i motivi? Bannati dunque i “non sono d’accordo”; sì invece ai “non sono d’accordo perché”.
6. L’importanza delle fonti: uno non vale uno
Facile è dire “Ho sentito dire”, meno facile dimostrarlo con i dati. Come in ogni dibattito, sarebbe sempre buona norma citare le proprie fonti e ricercare sempre fonti affidabili per sostenere le proprie tesi: c’è molta differenza tra sostenere un dato preso da un sito istituzionale e ammettere di aver saputo un fatto da un amico che lo ha saputo da un amico e così via. Nel primo caso, infatti, si avrà a che fare certamente con una fonte (più) verificata e facilmente verificabile. Arricchire discussioni e commenti citando fonti verificate non solo dimostrerà la nostra preparazione, ma permetterà anche di condurre dibattiti più arricchenti per tutta la community.
Ovviamente, è altrettanto importante evitare di condividere fake news, contenuti dubbi o notizie strumentalizzate. Nemmeno a scopo di critica: in quest’ultimo caso è preferibile uno screenshot.
7. Vietato URLARE
Altra cosa poco apprezzata nella realtà così come nel mondo del web è chi nel corso di una conversazione, fosse anche un po’ più tesa, alza la voce. Ebbene sì, anche online esiste l’urlo, generalmente rappresentato dal MAIUSCOLO. Una pratica decisamente da evitare, sia dal vivo che tramite tastiera.
8. Rispetto per il copyright
Non solo per la bruttezza di vedere una dashboard o vari feed completamente omologati e pieni zeppi di doppioni, ma anche per una questione etica: ogni web creator impiega ore per creare contenuti originali, copiarli senza nemmeno una citazione, un tag o un qualche rimando al primo pensatore di una determinata idea o di un determinato contenuto è davvero la cosa più maleducata che si possa fare. Oltre a farci apparire come persone del tutto prive di fantasia.
9. Vai a bere un caffè? Non interessa a nessuno
Questo titolo potrebbe sembrare antipatico, ma non c’è nulla di più vero: importante nel web sarebbe evitare di pubblicare nella propria pagina (e a maggior ragione nelle pagine altrui) messaggi d’interesse unicamente privato che non arricchirebbero in alcun modo niente e nessuno.
10. Short is better
Non solo su Twitter, ma in ogni post, commento o altro genere di contenuto: essere coincisi e giungere al punto con il minor numero di parole e nel più semplice modo possibile è certamente un must. Come nella vita reale, anche su web a nessuno piace sprecare troppo del proprio tempo né sono apprezzati i monologhi… a meno che tu non stiamo scrivendo una guida come quella che hai appena letto.