Come valorizzare al meglio ciò che si scrive e dove lo si scrive
Ogni copywriter e giornalista lo sa bene: scrivere per la carta e scrivere per il web sono due cose molto diverse fra loro.
Ad oggi, infatti, lavorare nel campo della scrittura significa saper utilizzare forme di comunicazione diverse sulla base dei mezzi di scrittura (e anche di lettura), siano essi carta e penna o schermo e tastiera.
Per capire a fondo la differenza fra scrittura digitale e su carta è importante prima di tutto osservare come cambi nei due differenti contesti la fruizione dei contenuti: scrivere per il web presuppone che il lettore ricorrerà a una modalità di lettura ben diversa rispetto a quella utilizzata per consultare un libro, una rivista o un quotidiano.
L’avvento di Internet e dei supporti digitali, come i computer, gli smartphone e i tablet, ha cambiato infatti la ricezione delle informazioni, ora più frammentata e discontinua: a distrarre il lettore è certamente la presenza di link, ipertesti, pop up pubblicitari, ma anche l’ambiente esterno e il ricorso a uno schermo che nella maggior parte dei casi è di dimensione davvero ridotta. È scientificamente provato che la lettura su video sia il 25% più difficoltosa di quella su carta. Catturare l’attenzione di un lettore diventa dunque una vera e propria impresa.
Diversa è la situazione della carta: nonostante anche per un articolo di giornale l’attacco sia indubbiamente importante, è stato notato come il lettore sia maggiormente invogliato a concludere la lettura del testo una volta iniziato. Leggere su carta aumenta la concentrazione e la capacità di percepire il senso complessivo del testo del 20-30%.
Ecco dunque una breve guida pratica per scrivere sul web e sulla carta con i giusti accorgimenti.
Scrivere per la carta: il fascino della narrazione
Il fatto che la lettura su carta sia più semplice non deve comunque farci prendere sottogamba l’importanza di una buona scrittura, che sarà certamente più libera di quella destinata al web: sulla carta è lasciato maggior spazio alla narrazione e allo stile, anche ricorrendo a figure retoriche, perifrasi, giochi di parole e un vocabolario più ampio, senza tuttavia trascurare la chiarezza.
Ciò che conta è, insomma, affascinare il lettore con le parole, conducendolo all’interno della storia che vogliamo raccontare, sia essa un fatto di cronaca, il contenuto di una brochure o il testo di un libro. Ecco perché sarà fondamentale colpire il lettore con titoli attraenti, anche un po’ più lunghi se necessario, ma in grado di cogliere il segno: lo scopo è incentivare il lettore alla lettura di quanto segue, dev’essere appropriato e d’effetto.
Scrivere per il web: il potere della brevità
La scrittura digitale è del tutto diversa. L’attenzione del lettore tende a focalizzarsi principalmente sulle primissime righe, se non soltanto sul titolo. Massima attenzione dunque proprio alla titolazione e all’incipit, che devono essere brevi pur contenendo maggiori dettagli possibili: il lettore sul web non ha tempo da perdere. A tal proposito fondamentale è anche la lunghezza del testo complessiva, che può essere ridotta anche del 50% rispetto a quella di un testo destinato alla carta. Sì, quindi, a frasi coincise. Se tuttavia non fosse possibile, va sempre valutata la possibilità di segmentare il testo e le informazioni su diverse pagine o almeno su diversi paragrafi, secondo la logica dei link, che permettono il rimando ad altri contenuti di approfondimento presenti su altre pagine o altri punti del testo.
Fondamentale è essere chiari e diretti: meglio rinunciare a troppi fronzoli, preferendo una scrittura semplice, pulita e libera da perifrasi e sinonimi, che oltre a complicare la già difficile avventura della lettura sul web, non favorirebbero nemmeno il testo dal punto di vista della SEO. Lo scopo dev’essere quello di dare al lettore la possibilità di comprendere il testo a colpo d’occhio.
Caratteristica chiave del web è poi l’oggettività: di più rispetto che nella carta, quando si presentano punti di vista e opinioni personali va specificato in maniera chiara, poiché il rischio di incappare in incomprensioni e qui pro quo è più elevato, dal momento che la lettura è più rapida e distratta.
Scrittura su web e su carta: somiglianze e differenze
Ecco un breve riassunto dei differenti stili da adottare per la scrittura destinata alla carta e quella destinata ai supporti digitali.
Punti in comune
- Regola delle 5 W. Dall’inglese Who, What, When, Where, How. In ogni buon testo che si rispetti resta sempre fondamentale specificare chi, cosa, quando, dove e perché è avvenuta una data circostanza, sia sulla carta che sul web. Per il web l’ordine qui indicato va rispettato con maggior rigore, mentre sulla carta vi è più spazio di gioco fra le varie W. Quello che conta è comunque mai dimenticarne una!
- Punteggiatura. Tipico della scrittura giornalistica è il ricorso a frasi brevi, che facilitano la lettura e l’assimilazione delle informazioni. Sul web aiutano a non perdere il filo del discorso, sulla carta a conferire un tono specifico al testo.
- Composizione della frase. Anche se su carta qualche strappo alla regola è concesso, andrebbe tenuta a mente la regola anglosassone, secondo cui un periodo non dovrebbe superare le 18 parole (comprese le congiunzioni) e, in caso, mai le 25.
- Evitare le sigle. Per quanto possa essere stancante scrivere ogni volta il nome di un ente o di un’associazione per intero, aiuta il lettore sia su carta che su web a non fraintendere o miscomprendere il testo.
- Chiarezza. Ogni parte del testo dev’essere chiara, pena la mancata comprensione del testo, sia su carta che su web.