“La legge delega al governo sul turismo, seppur arricchita in Commissione anche attraverso l’approvazione di alcuni emendamenti del Partito Democratico, guarda al passato e non coglie le sfide alle quali è chiamato il settore turistico italiano. Un settore che contribuisce per più del 10% del PIL e dà lavoro a oltre 2 milioni e mezzo di persone”. Così la deputata Sara Moretto, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera, ieri sera nell’intervento durante il dibattito sulla Legge delega sul turismo.
“È passato un anno dai roboanti annunci del Ministro Centinaio sull’istituzione di un ministero ad hoc per il turismo – ha esordito -. Un anno nel quale non solo non si è istituito il ministero, ma non si è nemmeno strutturato il dipartimento dedicato presso il Mipaaft. Un anno di nulla, nel quale un settore strategico come il turismo è stato abbandonato. Tutto questo mentre l’Italia ha crescita zero e per la prima volta da 5 anni le previsioni di presenze per la stagione estiva hanno il segno meno. Calo che coinvolge turisti sia italiani sia internazionali”.
Nonostante le molte fragilità della legge delega nel complesso, la deputata plaude all’approvazione di un suo emendamento relativo al riordino della normativa riguardante le locazioni brevi, che ha l’obiettivo di stanare coloro che si nascondono dietro attività di locazione saltuarie, ma che invece le praticano quotidianamente come veri e propri professionisti. Amarezza, invece, per il parere contrario su un altro emendamento a sua firma che avrebbe impegnato il Governo a porre un freno all’evasione fiscale, sia sulla ricettività sia sulla intermediazione turistica, condividendo il recente appello delle dieci città (Venezia compresa) alla Commissione europea. “Nel testo non un parola sull’attività di intermediazione attraverso le piattaforme web, non una parola sulla locazione breve di immobili privati che oggi rappresenta il diversivo utilizzato da chi intende svolgere attività ricettiva senza rispettarne le regole” sottolinea ancora -. Mentre 10 città turistiche europee si appellano al Parlamento e alla Commissione europea per far rispettare le norme fiscali ai grandi portali web, mentre si calcolano i milioni di euro che l’erario perde dall’esercizio abusivo dell’attività ricettiva, mentre i nostri operatori subiscono concorrenza sleale e le città cambiano faccia svuotandosi di residenti per far posto ai turisti, in Commissione non è stato accolto un emendamento che richiede al governo uno specifico impegno sul fronte dell’evasione fiscale e in particolare a quella praticate dalle piattaforme di intermediazione”.
E conclude: “C’è ancora qualche giorno a disposizione di maggioranza e governo per entrare nel merito della questione scottante che ho posto anche nel mio emendamento. Confidiamo che i giorni che mancano al voto del provvedimento e il successivo lavoro qui in aula consentano di migliorare il testo”.