Legalità e prevenzione dei reati nelle attività economiche al centro dell’evento del CUP (Comitato Unitario delle Professioni) del Veneto
Negli ultimi tempi il fenomeno della diffusione delle infiltrazioni criminali nel tessuto economico produttivo è balzato agli onori della cronaca per gravi fatti che hanno fatto emergere una organizzazione parallela, a volte creata ad hoc per mettere in atto azioni fraudolente ai danni dello Stato e azioni di concorrenza sleale al fine di aggiudicarsi appalti pubblici e privati. I professionisti veneti hanno scelto di accendere un faro sul problema e di ragionare insieme sul proprio ruolo di prevenzione e contrasto. Fenomeni quali l’usura, gli appalti illeciti, l’antiriciclaggio possono infatti essere intercettati dai professionisti, chiamati a collaborare con gli organi di vigilanza per prevenire e segnalare le situazioni a rischio.
Da qui è nato l’evento organizzato nel pomeriggio di ieri dal CUP Veneto (Comitato Unitario delle Professioni) dal titolo “PROFESSIONI E LEGALITA’” che si è tenuto nell’Aula Magna G. Cazzavillan del Campus San Giobbe, dell’Università Ca’ Foscari Venezia, con oltre 400 partecipanti in diretta streaming e in presenza. L’argomento è stato affrontato in modo approfondito e multidisciplinare da relatori istituzionali, del mondo accademico e da professionisti esperti.
“Il ruolo delle Professioni ordinistiche è fondamentale per il rispetto della legalità e la tutela dei diritti costituzionalmente garantiti in tutti gli ambiti della vita civile ed economica della società, anche se spesso poco compreso e sottovalutato – ha sottolineato la presidente del CUP Veneto, Patrizia Gobat -. Per questo, essere inseriti fra i soggetti partner del “Protocollo della Legalità della Regione Veneto” in attuazione di quanto previsto dalla L.R. 48/2021 “Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza”, ci motiva ulteriormente a mettere a disposizione tutte le nostre energie e competenze per favorire uno sviluppo “sano” del territorio”. Gobat ha quindi spiegato sinteticamente l’organizzazione del CUP che comprende 18 ordini che raccolgono tutte le aree (area tecnica, area economico-giuridica e area socio-sanitaria) in rappresentanze regionali e provinciali. Il tutto coinvolgendo oltre 100 mila professionisti e oltre 300 mila addetti contando il personale. Si tratta di “una dimensione comune dove Ordini e Collegi collaborano insieme al fine di mettere in atto azioni concrete per lo sviluppo del patrimonio”. Il CUP Veneto ha partecipato ad azioni preparatorie per partecipare ai bandi relativi alle risorse del PNRR.
In apertura dei lavori, il consigliere Roberto Bet, in rappresentanza del Consiglio regionale, ha sottolineato la vicinanza della Regione ai professionisti indicati come “presidio della legalità” e “indispensabili anche alla luce dei nuovi fondi del PNRR”. Maurizio Falsone, docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha parlato di appalti e tutela dei lavoratori concentrandosi sulla “tradizionale indifferenza tra disciplina dei rapporti di lavoro e disciplina di contrasto dei rapporti di illegalità”. Falsone ha messo in evidenza come la situazione sia tale per cui “l’ordine pubblico è tutelato attraverso una strumentazione repressiva che molto spesso non bada agli effetti sull’attività delle imprese”. In breve “la normativa lavoristica guarda alla tutela dei lavoratori senza valutare adeguatamente il tema della legalità e questo ha rischiato di mettere in discussione la possibilità di risanare le attività di impresa”.
Luca Marini, Presidente della Sezione G.I.P. del Tribunale di Venezia si è quindi concentrato sulle attività di prevenzione e repressione del reato dell’usura, il cui incremento è determinato dalle difficoltà di accesso al credito. “Si crea quindi una pericolosa sinergia tra imprenditori in difficoltà, sistema di credito delle banche e criminalità che offre liquidità”. Significativo anche l’alto tasso di omertà delle vittime, ma per Marini si tratta principalmente di “un problema di politica economica”.
A seguire il Gen. B. Giovanni Salerno del Comando Provinciale di Venezia Guardia di Finanza ha esposto le linee strategiche dell’attività della Guardia di Finanza a tutela della spesa pubblica, dalla crisi pandemica al PNRR. “La Pandemia – ha spiegato– ha determinato la sospensione dell’attività di verifica e controllo fiscale per non alimentare tensioni, ma ha reso necessario l’incremento di altre attività per contrastare illeciti economico-finanziari”. Inoltre “la finanza ha richiesto un incremento dell’azione a tutela della spesa pubblica con un maggior numero controlli per cui è stata indispensabile la collaborazione con gli enti locali”. Si tratta di “analisi che vanno a valorizzare elementi di rischio frode o elementi di natura reputazionale”. Per quanto riguarda infine il PNRR “la Guardia di Finanza è stata coinvolta nella rete antifrodi, con l’obiettivo di creare un sistema che affianca una parte di prevenzione con una fase repressiva dove la Guardia di Finanza ha un ruolo importante in virtù di questi accordi e di un background specifico nel settore”.
Innocenzo Megali Presidente CUP Belluno, Consulente del Lavoro e Avvocato, ha analizzato il tema della prevenzione del rischio di reato nelle attività economiche. “L’imprenditore deve dotarsi di assetti amministrativi idonei tali per cui non si verifichi uno stato insolvenza che crea pregiudizio all’impresa, ma anche nei confronti della società. Anche in materia di responsabilità degli enti molto si può fare per prevenire; il principio fondamentale è quello della documentazione e tracciabilità”.
Infine Andrea Coloni, Dottore Commercialista si è concentrato sul ruolo dei professionisti nel fenomeno dell’antiriciclaggio e del contrasto all’illegalità, spiegando che come professionisti si è obbligati ad adeguata verifica del titolare effettivo e della natura della prestazione professionale. Per Coloni il controllo deve essere costante e “tutto questo serve per una valutazione del rischio di riciclaggio e del terrorismo anche internazionale”. I commercialisti sono inoltre tenuti a fare segnalazioni di operazioni sospette e a guidare i clienti nell’utilizzo di risorse e sovvenzioni.
A margine, l’intervento del dott. Pierluigi Granata, in rappresentanza dell’Osservatorio per il contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa e la promozione della trasparenza del prefato Consiglio Regionale, che ha spiegato come la Regione si sia interessata a un aspetto particolare della normativa anti-riciclaggio: l’applicazione della normativa nella pubblica amministrazione. Il risultato è stato “una scarsa se non inesistente conoscenza della norma da parte dei comuni”. E’ stata chiesta la collaborazione dei professionisti per un’azione sinergica con la Regione.