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Fondazione Zancan- Studio CRESCERE: i risultati della terza annualità. Ragazzi immersi nella realtà virtuale, ma ciò che conta sono le relazioni

Sono presentati oggi i risultati della terza annualità del progetto “Crescere”, lo studio realizzato dalla Fondazione “Emanuela Zancan” che segue nel tempo un campione di oltre 500 ragazzi dagli 11 ai 18 anni delle province di Padova e Rovigo, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

I ragazzi di oggi sono immersi nella realtà virtuale: 9 su 10 si collegano a internet tutti i giorni, comunicano con i social (Whatsapp, Facebook e tanti altri). Ma non gli basta. Hanno bisogno di relazioni vere, dirette e non “virtuali”. Alla domanda “Qual è la cosa più importante per essere felici?” i ragazzi mettono al primo posto gli amici, quelli veri: “che mi aiutano nel momento del bisogno”, “con cui sfogarsi, con cui posso parlare senza essere giudicato”. Emerge l’importanza della famiglia: “Avere una famiglia che mi sostenga, che mi ascolti, con cui si possa essere se stessi”. Parlano dell’amore e di quanto questa esperienza sia importante per loro. Rimarcano il bisogno di relazioni autentiche: “Qualcuno che ti vuole bene e con cui puoi essere sincero senza aver paura”.

I risultati in pillole

Internet e social network: la generazione dei sempre connessi

A 15 anni 9 ragazzi su 10 si collegano a internet tutti i giorni. Il 98% possiede uno smartphone per il proprio uso personale e più di uno su tre (37%) naviga libero, senza limiti di tempo o restrizioni di siti in cui non può andare. Il più delle volte usano internet da soli, oppure con gli amici. Chattano, giocano ai videogiochi, fanno ricerche per la scuola, ascoltano musica, usano i social network. Rispetto a 3 anni fa, quando gli stessi ragazzi avevano 12 anni, è aumentato l’uso dei social: ora quasi tutti usano Whatsapp per comunicare (95%), uno su due ha un profilo Facebook e il 30% lo guarda tutti i giorni o quasi (tre anni fa erano il 20%, di cui il 10% tutti i giorni). Altri usano Instagram (69%), Skype (22%), Google+ (16%), Ask (16%), Snapchat, Telegram, Tumblr ecc.

Soddisfazione per la vita: un trend decrescente nel tempo

Abbiamo chiesto ai ragazzi se sono felici e quanto sono soddisfatti della loro vita. Nel primo anno di studio, quando i ragazzi avevano 12 anni, il quadro era molto positivo. A distanza di tre anni, le proporzioni sono cambiate. La percentuale di ragazzi pienamente soddisfatti passa dal 77% al 58%. Quelli che si collocano nella fascia intermedia passano dal 22% al 39%. I ragazzi completamente scontenti della loro vita sono ancora una minoranza (2,8%), ma comunque si tratta di una proporzione in crescita (nella prima wave erano appena lo 0,4%).

Autostima: livelli in calo ma pur sempre elevati

In generale, i ragazzi a 14-15 anni d’età hanno un buon livello di autostima e fiducia nelle proprie capacità: 9 su 10 pensano di valere almeno quanto gli altri. 8 su 10 hanno un atteggiamento positivo verso se stessi e complessivamente sono soddisfatti di quello che sono. Nei tre anni a confronto per quasi 4 ragazzi su 10 (38,8%) il livello di fiducia in sé è diminuito. Altrettanti non hanno indicato variazioni, a denotare una situazione di sostanziale stabilità nel tempo. Il restante 22% dei ragazzi ha invece migliorato la propria autostima rispetto a tre anni prima.

Benessere e autostima: per maschi e femmine non è lo stesso

Nei primi anni dello studio, quando i ragazzi avevano dagli 11 ai 13 anni, non sono emerse sostanziali differenze tra maschi e femmine. Nel terzo anno di osservazione, invece, al raggiungimento dei 15 anni d’età, le differenze per genere si fanno più forti e sono i maschi che mediamente esprimono livelli di benessere più elevati rispetto alle femmine. L’area in cui si osservano maggiori differenze è l’aspetto fisico: le ragazze sono mediamente più insoddisfatte. Idem per la fiducia in se stessi: a 15 anni l’87% dei maschi ha un atteggiamento positivo verso di sé, mentre per le femmine è vero nel 75% dei casi. Viceversa, il 50% delle ragazze a volte si sente inutile (il 32% per i maschi). Il 50% delle femmine vorrebbe avere maggior rispetto di sé (il 39% per i maschi).

Per essere felici: le relazioni prima di tutto

Abbiamo chiesto ai ragazzi di indicarci qual è “la cosa più importante per essere felici”. Dall’analisi delle loro parole emerge il grande valore che attribuiscono alle relazioni: gli amici al primo posto, poi la famiglia e l’amore. Gli amici sono la prima fonte di felicità per 4 ragazzi su 10. Si tratta di amici “veri”, su cui poter contare nel momento del bisogno. Per loro è importante “essere apprezzati”, “capiti” ed “accettati”. La famiglia è al secondo posto, indicata da 2 ragazzi su 10: “Sapere che la mia famiglia sta bene e rendermi conto che i miei genitori mi vogliono bene”. Emerge anche la ricerca di amore, inteso come “avere qualcuno che mi voglia bene” e che “mi rispetti”. I ragazzi esprimono poi il desiderio di “essere se stessi”, di avere fiducia nelle proprie capacità. Hanno bisogno di essere accettati per quello che sono e di volersi bene. Uno su dieci fa riferimento al “fare felice” o “aiutare” l’altro: “Per me essere felice non vuol dire solo fare le cose che ci fanno stare bene ma significa anche aiutare gli altri a stare bene”.

 

Commenti ai risultati:

“Passando dai 12 ai 15 anni gli adolescenti acquistano maggiore consapevolezza di sé, dei propri punti di forza ma anche delle proprie debolezze. Per questo si nota un calo nei livelli di benessere. – ha commentato Elisabetta Crocetti, ricercatrice all’Università di Bologna -. Inoltre il passaggio dall’ambiente più familiare delle scuole medie a quello più istituzionale delle scuole superiori implica un lavoro significativo sul proprio concetto di sé. Tutti questi aspetti spingono gli adolescenti a rimettersi in discussione, modificando la propria percezione di sé e perdendo alcune certezze precedenti”.

“Lo studio crescere ci sta dando informazioni a volte sorprendenti: la voglia di parlare dei ragazzi, il loro desiderio di essere ascoltati, capiti e amati, mentre sono sempre connessi. – ha commentato il direttore della Fondazione Emanuela Zancan, Tiziano Vecchiato -. Non li disturba il rumore da troppa comunicazione ma l’ansia di non diventare quello che vorrebbero. È motivo di sofferenza e incertezza. Il porto sicuro sono gli amici, l’essere considerati, ascoltati, poter contare sui genitori quando c’è bisogno. Il problema è quando e come, al momento giusto.”

 

Il progetto Crescere – realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo – ha il patrocinio della Fondazione Città della Speranza e dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. È realizzato dalla Fondazione Emanuela Zancan onlus, in collaborazione con l’Azienda Ulss 16, i Comuni, le scuole e molti altri enti del territorio. È sostenuto e promosso dal Garante regionale dei diritti della persona della Regione Veneto.

Iniziato nel 2013 su un campione di circa 500 ragazzi che allora avevano 11-12 anni, lo studio li ha “accompagnati” in questi tre anni monitorando le condizioni di crescita e di sviluppo verso l’età adulta a livello fisico, relazionale, emotivo, delle capacità e delle aspettative di vita. Il progetto, che proseguirà fino al compimento del 18° anno di età, mette a fuoco i fattori che favoriscono il benessere e la crescita positiva, offrendo un supporto prezioso per i genitori, gli insegnanti, gli educatori, gli amministratori e tutti coloro che accompagnano gli adolescenti nel percorso di crescita.

Per ulteriori informazioni: www.crescerebene.org

Porto Tolle (Ro), 50° anniversario alluvione del polesine. Baretta: “Sia oggi giorno di riscatto. Massimo impegno da parte del Governo nel gestire questo delicato momento di transizione economica del territorio”

“La presenza del Governo oggi sta a significare la solidarietà e la vicinanza dell’intera Nazione a questo territorio così bello e martoriato”.

Lo ha detto questa mattina a Porto Tolle (RO) il Sottosegretario all’Economia e alle Finanze, On. Pier Paolo Baretta, nel corso della cerimonia per ill 50° Anniversario dell’alluvione del Polesine.

“Nei giorni dell’alluvione del 1966, che oggi ricordiamo – ha proseguito –  l’attenzione del mondo fu concentrata sulle grandi città come Firenze e Venezia. E, io, veneziano ricordo molto bene quel giorno: un incombente dramma, un senso di buio che ci accompagnò a lungo.
Ma qui, in Polesine, la dimensione della tragedia fu imponente: 8mila persone hanno dovuto lasciare le loro abitazioni; più di 2mila case furono rese inagibili; migliaia di ettari di terreno sono rimaste per mesi sotto l’acqua salmastra, impedendo lo svolgersi della vita normale e quotidiana.
Nel ricordare quelle giornate dolorose, un particolare ringraziamento va ai Vigili del fuoco, alla croce rossa, alla protezione civile e a tutti coloro che si sono adoperati per aiutare i cittadini in difficoltà in quei momenti. In modo particolare, voglio ringraziare il corpo dei lagunari, il cui attaccamento al territorio è indissolubile e la cui dedizione al paese è sempre presente. Ricordiamo oggi anche i caduti in giro per il mondo per sostenere libertà e pace. Ma soprattutto il ringraziamento va ai polesani che con la loro tenacia non si sono arresi e come in altri momenti della loro storia sono ripartiti con coraggio e fiducia nel futuro.

Con questo spirito – ha concluso – dobbiamo trasformare questa giornata da giorno di memoria a giorno di riscatto. Voglio assicurare a tutti voi cittadini, al Sindaco e all’amministrazione comunale, il massimo impegno da parte del Governo nel gestire questo particolare momento di transizione per l’economia del territorio. Vogliamo assicurare a tutti voi un futuro migliore, un futuro in cui possiamo garantire lavoro e prospettive. Con questo spirito con cui celebriamo una terribile tragedia, guardiamo con speranza al futuro che ci attende”.

Competence Center Veneto, dichiarazione sottosegretario Baretta

Questa mattina il sottosegretario dell’Economia e della Finanza ha rilasciato la seguente dichiarazione in merito al Competence Center Veneto. A seguito le parole dell’onorevole.

“Ci sono tutte le condizioni perchè le Università venete, riunite insieme nel Competence Center, siano protagoniste, come è giusto, del progetto 4.0 che il Governo sta avviando. Si tratta per la nostra Regione di un risultato importante che premia la competenza e la professionalità dei nostri Istituti, il sostegno delle imprese, ma anche, e non poco, la presa di posizione politica che abbiamo sostenuto, senza le polemiche inutili e le divisioni sbagliate che abbiamo visto in questi giorni e che il nostro territorio non si puó permettere”.

Venezia, convegno su Legge Speciale. Baretta: “Immaginare un percorso di finanziamento ad hoc per Venezia”

“La politica da tempo sta lavorando a una nuova legge speciale per Venezia, ma più passa il tempo più mi convinco che conviene mantenere quella che abbiamo; magari riveduta e corretta. Quel clima di emozione collettiva nazionale che diede vita a queata legge non è oggi riproponibile!” Lo ha detto il sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta a Venezia, durante il convegno “Aqua Granda” tenutosi a Palazzo Ducale questo pomeriggio.

“È difficile – ha proseguito – sostenere che i fondi stanziati per il Mose e quelli della Legge Speciale si debbano sommare. Con le risorse del MOSE sono stati realizzati, non solo le paratie, ma anche degli importanti interventi di salvaguardia e manutenzione della laguna. Per questo, apprezzando il lavoro dei commissari, dobbiamo al più presto dare vita alla Società che gestirà il Mose e la manutenzione della Laguna. Ma dobbiamo stabilire delle priorità e ciascuno assumersi le sue responsabilità. Una priorità fondamentale, oltre il completamento del Mose,  è il futuro di Porto Marghera (sia come porto, sia come luoghi di sviluppo), connaturato allo sviluppo di Venezia.

Mi convince la tesi che distingue tra i compiti delle Stato e quelli dei territori.  Per questo è necessario che ci siano interventi provenienti non solo dal potere centrale, facendo appello non esclusivamente a risorse internazionali ma anche all’imprenditoria locale”.

“Il Governo continuerà nel suo impegno – ha concluso – , in attesa che si riunisca il Comitatone, ma dobbiamo uscire dall’idea che tutto si risolva con l’appuntamento annuale con la Legge di Bilancio e immaginare un percorso di finanziamento ad hoc. Assumiamo il problema che ci pone la città, ma trattandosi di cifre importanti dobbiamo valutare un progetto di medio e lungo periodo. Assunto questo impegno è assolutamente evidente che il passo successivo sarà quello di rendere praticabile tutto ciò”.

Porto Marghera, sintesi intervento sottosegretario Baretta al convegno “Memoria di un paesaggio industriale e rigenerazione urbana”

Questa mattina il Sottosegretario all’Economia e alle Finanze, On. Pier Paolo Baretta ha partecipato al convegno “Memoria di un Paesaggio Industriale e Rigenerazione Urbana”, tenutosi a Forte Marghera (Venezia). A seguire una sintesi del suo intervento.

“Venezia è per sua natura Patrimonio dell’umanità e le Dolomiti lo sono da qualche anno. La vostra proposta di memoria itinerante da Venezia alle Dolomiti, è una risposta concreta all’assoluta necessità di adottare una visione integrata del territorio. Siamo in Veneto, una delle più importanti regioni d’Europa per la sua industria e le sue infrastrutture; la prima d’Italia per flussi turistici, ma continuiamo a ragionare per corpi separati, invece di unire le tessere del mosaico.
Partiamo da Venezia e Marghera, che sono entità congiunte e non estranee. Il prossimo anno corre il centenario dalla nascita di Porto Marghera. Nel 1917, quando sembrava tutto perduto, un gruppo di imprenditori illuminati pensava già a una prospettiva futura. In questo territorio, in cento anni, abbiamo accumulato un concentrato di esperienza industriale, tecnologica e sociale assolutamente straordinario. Marghera è stato il secondo centro industriale d’Europa dopo la Rurh. Ma, quando ci incontreremo, durante le celebrazioni dei vari pezzi di storia di questo territorio, dovremmo essere spinti con coraggio a parlare di futuro.
Un progetto su Marghera deve essere pensato immaginandola come la porta di terra, di accesso a Venezia. Per realizzare tutto ciò c’è bisogno di una forte cooperazione tra tutti i soggetti: Istituzioni, Università, Industria.  Dobbiamo risvegliare un’attenzione progettuale e passionale per questo territorio, purtroppo segnato dalle difficoltà finanziaria. Le risorse necessarie possono essere reperite solo in ottica di un’integrazione tra pubblico e privato, condividendo un progetto di sviluppo comune per il futuro di Porto Marghera e del nostro territorio”.

Calamità naturali: al via un bando Foiv per progetti di prevenzioni e intervento

L’iniziativa della Federazione Ordini Ingegneri del Veneto in difesa del territorio.

L’alluvione di Refrontolo, la frana a Pieve di Cadore, il tornado in Riviera del Brenta. Sono solo alcuni degli eventi calamitosi che hanno messo in ginocchio il Veneto negli ultimi anni. Tutti eventi i cui danni sarebbero potuti essere contenuti mettendo il territorio in sicurezza con un’accurata prevenzione tecnica. L’intervento delle professionalità degli ingegneri,  nel campo della prevenzione, della salvaguardia del territorio e delle vite umane, in questo senso può essere determinante per arginare i danni delle calamità naturali e, soprattutto, per prevenirli.
L’attenzione da parte di FOIV – Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto – su questo tema è molto alta. Per questo ha indetto un concorso a premi in denaro rivolto agli ingegneri autori di progetti innovativi  impegnati nella tutela del territorio. Il bando di partecipazione prevede due temi di intervento: il primo riguarda progetti di prevenzione, tutela e salvaguardia del territorio, il secondo interventi di ripristino e riqualificazione ambientale. Saranno premiate sei proposte progettuali, siano esse già realizzate o ancora da realizzare, di cui tre relative al tema della prevenzione del territorio e le altre tre relative al tema del recupero post-evento calamitoso. Per ognuno dei temi i premi consistono in 1.500,00 euro per il primo qualificato, 1.000 euro per il secondo e 500 per il terzo.
La documentazione dovrà pervenire entro le ore 24.00 del 16 gennaio 2017 e andrà presentata attraverso il modulo disponibile nel sito di FOIVwww.foiv.it, allegando i seguenti documenti: un abstract con i dati salienti del progetto, una relazione illustrativa di massimo 6 cartelle in formato A4 ed elaborati grafici, comprensivi di eventuale documentazione fotografica, per un massimo di 10 tavole in formato A3.
I progetti selezionati verranno premiati il 23 febbraio 2017 nell’ambito della prestigiosa Fiera SaMoTer, in programma nel padiglione di Veronafiere dal 22 al 25 febbraio 2017. Con l’occasione, i vincitori avranno l’opportunità di illustrare il proprio lavoro e vedere i loro nominativi pubblicati nel sito internet di FOIV e degli enti coinvolti e patrocinanti. Il concorso è patrocinato dal CNI – Consiglio Nazionale Ingegneri, dalla Protezione Civile Regione Veneto, dalla Direzione Interregionale Vigili del Fuoco del Veneto e Trentino Alto Adige e da Confindustria Veneto.

66° Giornata Anmil, sottosegretario Baretta: “Intensificare azione per tutelare le persone con problemi di salute e disabilità sul lavoro e rendere certi esenzioni dal reddito degli indennizzi per gli incidenti subiti”

“Il fatto che i margini finanziari di cui disponiamo in questa congiuntura siano ristretti non deve diventare un’alibi per non intervenire e migliorare, soprattutto se si parla di un tema così delicato ed importante come la sicurezza sul lavoro”. Così il Sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta in occasione della 66° Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul lavoro tenutasi questa mattina presso il Teatro Carlo Goldoni di Venezia.
“Proprio le ristrettezze finanziarie pubbliche ci obbligano – ha proseguito Baretta – a scelte di priorità. E, questo tema è certamente prioritario! Per questo dobbiamo intensificare la nostra azione per la tutela delle persone che hanno subito problemi di salute e disabilità nel lavoro, ma soprattutto per prevenirli. Per fare alcuni esempi di quel che si può – e si deve – fare: siamo attualmente impegnati in una promozione del welfare aziendale, che puó consentire di comprendere la semantica della sicurezza nel lavoro tra le finalità di questo istituto, in un’ottica di prevenzione e di implementazione delle strumentazioni, ma anche di supportare i lavoratori vittime di incidenti. Su questo tema abbiamo stanziato delle risorse, e ne stanzieremo altre anche quest’anno, prevedendo un sistema di tassazione agevolato. Inoltre, nel confronto con le parti sociali sul tema delle pensioni, prevediamo che le categorie protette non siano gravate nel caso di un’uscita anticipata. Ma, come ci chiede Amnil, dobbiamo rendere definitivamente certa la esenzione dal reddito degli indennizzi per gli incidenti subiti, prevedere la ricollocazione in condizioni sostenibili per quei lavoratori che possono accedere al lavoro; trasformare forme di assistenza attuale in nuove tutele che si rendono necessarie nel mondo del lavoro cambiato. Ci sono, quindi, tutti i presupposti per continuare ed intensificare un percorso di priorità comuni e condivise, lavorando lavorare quotidianamente perché il tema della sicurezza sul lavoro resti di primaria attenzione per il Governo, la politica, le parti sociali e per l’opinione pubblica”.

Venezia, sottosegretario Baretta incontra i rappresentanti del mondo delle associazioni: “Tracciamo insieme un percorso comune”

“La riforma del terzo settore deve essere un incentivo perchè il territorio e la Regione sviluppino un’opinione condivisa circa il peso delle associazioni, al fine di tracciare insieme un percorso comune e condiviso”. Così il sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Pier Paolo Baretta, che ieri pomeriggio ha incontrato i rappresentanti delle principali associazioni di volontariato del territorio veneziano, tra cui Aido, Anteas, Auser, Avis e Uildm, riunitesi presso la sede del CSV – Centro Servizi di Volontariato di Mestre per discutere della riforma del Terzo Settore recentemente approvata.

“Soprattutto in Veneto, una delle regioni più sensibili al ruolo dell’associazionismo, bisogna chiedersi se lo Stato è in grado di rispondere a un livello sempre più alto di prestazione sociale” ha proseguito Baretta. “Come sappiamo l’Italia è il terzo paese del mondo per attesa di vita, dunque la domanda sociale è destinata a crescere, ridurla è impensabile. Per rispondere alle esigenze di un tessuto sempre più grande, è naturale che lo Stato da solo non può farcela, ma deve affrancarsi di un privato sociale che possa gestire il settore in maniera integrativa e sostitutiva, senza però ridurlo a mercato puro”.

“Il tema è molto serio e delicato, ma una discussione di merito può essere affrontata solo se si accetta il seguente presupposto: questo settore, prima di essere riformato, deve autoriformarsi, dandosi un’identità definita e degli obiettivi. Bisogna dunque – ha concluso Baretta – trovare un equilibrio. Per questo mostro la mia piena disponibilità ad aprire un tavolo di lavoro tra le istituzioni e le associazioni del territorio, in modo da analizzare gli aspetti più complessi del tema, ma soprattutto per discutere eventuali proposte di merito”.

Convegno Cgil Mestre “Contratto, lavoro, riforme” – dichiarazioni sottosegretario Baretta

“Penso che il confronto tra il sì e il no nel prossimo referendum debba stare al merito del quesito. La questione politica è semplice: se prevale il sì si va avanti col rinnovamento del Paese, se prevale il no ci si ferma; restiamo come siamo oggi è non va bene. Il vero punto debole, non tanto della riforma costituzionale, ma dell’iter delle riforme è che serve anche una riforma delle regioni”. Così il Sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta, in occasione del convegno “Contratto, Lavoro, Riforme” avvenuto questo pomeriggio presso la Cgil di Mestre.

“Nel momento in cui si formerà il senato delle autonomie il problema delle regioni  si porrà. I problemi del Veneto, che confina con due regioni a statuto speciale vanno fatte comprendere meglio a Roma. Ma non sarà con l’indipendentismo né con il referendum autonomista che raggiungeremo i risultati. Il Governo è disponibile ad un negoziato col Veneto, non accettarlo a priori da parte della Regione è un punto di partenza debole”.

Sul tema di lavoro e pensioni ha poi aggiunto. “La novità di quest’anno sarà un equilibrio tra cercare di dare uno stimolo alla ripresa economica e la risoluzione dei temi sociali ancora irrisolti. Il negoziato che si sta facendo da mesi con il sindacato è un negoziato vero, che va valorizzato. Centrale è la riforma delle pensioni. Non si mette in discussione l’impianto di fondo della legge Fornero, perché ha consentito il riassetto dei conti pubblici. Ci sono delle storture che vanno cambiate perché incidono sulla qualità della vita e del lavoro di molte persone e consentire la flessibilità in uscita per i lavoratori in certe condizioni di difficoltà è un passo avanti. Alcune categorie sociali con condizioni di disagio ne usufruiranno senza alcuna penalizzazione.  C’è anche il contratto dei lavoratori pubblici.  Un percorso accettabile si può realizzare se prevale la volontà di confrontarsi e di raggiungere un compromesso ragionevole da entrambe le parti”.

Referendum costituzionale, Sara Moretto (pd): “Riforma di un Pd concreto, occasione epocale”

Questa mattina la deputata del Partito Democratico, On. Sara Moretto, ha partecipato all’assemblea metropolitana del Partito Democratico, svoltasi presso l’Hotel Crowne Plaza di Quarto d’Altino (Ve).
A seguire una sintesi del suo intervento, con gentile richiesta di pubblicazione.
“Ci troviamo di fronte a una sfida per il cambiamento: questa riforma non è di Renzi, non è del Governo, non è del Pd. È del Paese. Appartiene al Paese. Dopo oltre trent’anni, siamo finalmente giunti all’ultimo passaggio. Questa riforma, frutto di due anni di dibattiti parlamentari, 6 letture con 60% di voti favorevoli, 100 emendamenti approvati, rappresenta l’occasione di una svolta epocale. È bene tenere a mente questo: non ci sarà un’altra occasione, non ci sarà un’altra riforma di questo genere, o almeno, non con il nostro impegno. Questa riforma, oltre che proporre coerentemente il superamento del bicameralismo e il cambiamento del procedimento legislativo, potenzia il sistema delle garanzie democratiche attraverso, per esempio, la certezza d’esame dalle proposte di legge di iniziativa popolare, o l’aumento del quorum per l’elezione del Presidente della Repubblica, e tutto ciò si aggiunge alle garanzie ancora intatte della nostra democrazia.
Questa riforma è di un Pd figlio di quell’Ulivo che proponeva ciò che noi stiamo mettendo in pratica oggi. Sgomberato il campo dai dibattiti sull’Italicum, attraverso il voto della mozione alla Camera, possiamo e dobbiamo concentrarci solo nel merito della riforma, convinti verso una forte campagna referendaria, sentendoci tutti, in prima persona, impegnati in questa sf
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