Consulenti del lavoro Venezia – “Misure complicate. Serviva un unico ammortizzatore dedicato al Covid – 19”
Consulenti del lavoro Venezia – Burocrazia e blocchi del sito Inps continuano, chiediamo l’acconto diretto nel c/c dei lavoratori
ORDINE CONSULENTI LAVORO VENEZIA: “ALLARME CASSA INTEGRAZIONE. CON QUESTE REGOLE IL GOVERNO NON RIUSCIRA’ A PAGARE LE INDENNITA’ AI LAVORATORI ENTRO IL 15 APRILE”
Burocrazia e blocchi del sito Inps continuano. Chiediamo acconto diretto nel c/c dei lavoratori
E’ evidente che, ad oggi, non si può fare più nulla per arrivare al 15 aprile con i pagamenti degli ammortizzatori sociali ai lavoratori dipendenti. Centinaia di migliaia di domande di CIGO e FIS si accumulano da due settimane negli archivi delle sedi Inps di tutt’Italia che, ad oggi, non hanno ancora iniziato alcuna istruttoria.
Per quel che riguarda la Cig in deroga, ad oggi, non tutte le regioni hanno pubblicato il decreto di recepimento delle misure previste dal Decreto Cura Italia. Per quelle che invece si sono mosse in tempo c’è il problema della frastagliata procedura per l’invio della domanda di accesso e dei continui intoppi e blocchi nell’invio delle pratiche.
In attesa della conversione del D.L. 18, in attesa che lo stato recepisca tutte le semplificazioni richieste (e inascoltate) dei Consulenti del lavoro, l’unica soluzione è dare un acconto ai lavoratori come è stato fatto per gli autonomi.
Questi ultimi, con pochi clic potranno ricevere i 600 euro sui loro c/c, senza accordi con le banche, senza istituire conti dedicati, evitando di compilare moduli e dichiarazioni (9 punti). La nostra proposta è dare un primo acconto di 600/800 euro a tutti i lavoratori dipendenti inviando gli Iban degli stessi con un semplice file da far acquisire all’Inps attraverso il cassetto previdenziale aziende. In tal modo l’Inps avrebbe tutto il tempo di istruire le pratiche e poi, con i tempi giusti, potremo fare i conguagli nei flussi Uniemens dei mesi di aprile e maggio.
Nel caso la domanda di Cassa integrazione non venisse accolta si potrebbe recuperare l’indennità sempre attraverso la busta paga/flussi Uniemens entro l’anno. Per essere pratici di seguito specifichiamo le fasi e i tempi della procedura, sempre che il sito Inps funzioni:
FASE Procedura Tempistica
1 In data 18.03.2020 il datore di lavoro trasmette telematicamente ai sindacati l’informativa relativa all’attivazione della Cassa Integrazione/Assegno Ordinario e si rende disponibile all’esame congiunto. Questa fase deve esaurirsi entro il 21.03.2020
2 Il datore di lavoro, direttamente o per il tramite del Consulente del Lavoro, trasmette all’Inps la domanda di accesso alla prestazione “COVID-19 NAZIONALE” e chiede il pagamento diretto da parte dell’Istituto. La Circolare Inps n. 47/2020 ha chiarito che alla domanda non deve essere allegato l’esito della consultazione. Quindi, nel nostro esempio, la domanda si assume inviata il 18.03.2020
3 L’Inps riceve la domanda presentata dall’Azienda, la protocolla e la istruisce, emettendo l’autorizzazione al pagamento diretto. Non esiste una tempistica definita. Al momento non risulta che sia stata autorizzata alcuna pratica su tutto il territorio nazionale
4 Il datore di lavoro attende l’esito della domanda trasmessa, consultando la voce “Esiti” della sezione del sito Inps dedicata all’invio delle domande di CIG/Assegno Ordinario I tempi non dipendono dal datore di lavoro e dal Consulente del Lavoro.
5 Non appena approvata la domanda e ottenuta l’ammissione al trattamento di CIG/Assegno Ordinario, il datore di lavoro, o il Consulente del Lavoro, predispone i modelli SR41, da trasmettersi telematicamente all’Inps. Entro 6 mesi dalla fine del periodo di paga in corso alla scadenza del periodo concesso. In ogni caso, ai fini del nostro esempio, si assume il 25° giorno successivo alla fine del periodo di paga di marzo 2020 (25.04.2020)
6 Quando l’Inps riceve i modelli SR41 contenenti i dati anagrafici dei dipendenti, l’IBAN del conto corrente su cui accreditare le somme e le ore di sospensione/riduzione, procede ad emettere i mandati di pagamento tramite bonifico. Non è prevista una tempistica di legge. I tempi di pagamento dipendono dal numero delle domande presentate, dai tempi di emissione dei mandati e da quelli di esecuzione dei bonifici.
Visto il numero ingente di domande e di lavoratori interessati, si stimano non meno di 60 giorni Questi passaggi sono obbligatori e quindi non si risolverà nulla con l’anticipazione delle banche, anche perché ad ora poche hanno aderito alla convenzione.
I lavoratori non incasseranno un euro almeno fino al mese di maggio. Se l’INPS e il Governo non porranno immediatamente rimedio a questa situazione si scatenerà una drammatica emergenza economica e sociale. Tantissimi lavoratori non avranno i soldi per fare la spesa!
Si tenga presente che in Europa lavoratori e aziende hanno già ricevuto gli aiuti direttamente sul c/c senza burocrazia.
Mi auguro che questo grido d’allarme che proviene da chi giorno dopo giorno vive realmente questa drammatica realtà a fianco delle aziende e dei lavoratori Veneti non resti inascoltato.
CONSULENTI DEL LAVORO DI VENEZIA: “SNELLIRE LE PROCEDURE PER AMMORTIZZATORI SOCIALI E BONUS DI SOPRAVVIVENZA”
Gobat: “Professioni ordinistiche dimenticate dal Governo. Nostro ruolo sociale non riconosciuto”
“Semplificare gli iter per l’accesso agli ammortizzatori sociali e al bonus di sopravvivenza di 600 euro, per permettere a imprese, autonomi e professionisti di sopravvivere”. È la richiesta dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Venezia al Governo, per far fronte a questa situazione di emergenza.
“Il decreto Cura Italia fin dalla sua uscita ha mostrato tutti i suoi limiti. Possiamo considerarlo un primissimo intervento per tamponare la drammatica situazione che stiamo vivendo a causa dell’emergenza sanitaria – sottolinea la presidente Patrizia Gobat -.Per fortuna nelle scorse ore l’Inps ha aperto le procedure per la richiesta degli ammortizzatori sociali.IConsulenti del lavoro a tutti i livelli stanno chiedendo al Governo di semplificare iter che, ad oggi, risultano ancora troppo complessi per fronteggiare una situazione straordinaria, che ha bisogno di misure straordinarie”. Innanzitutto, gli ammortizzatori sociali sono diversi: tra i nazionali c’è la Cassa integrazione Ordinaria CIGO per le imprese industriali, il Fondo di integrazione salariale FIS per il terziario, turismo, commercio sopra i 5 dipendenti, i Fondi di solidarietà bilaterali per artigianato e altri settori. E poi ci sono gli ammortizzatori regionali, con la Cassa integrazione in deroga per tutti gli altri, che restano in attesa delle linee guida della Regione Veneto. “Da questa parcellizzazione si capisce bene quali siano i problemi e le soluzioni interpretative con cui ci si deve confrontare giornalmente – continua Gobat -.La maggior parte dei nostri clienti opera nei settori strategici della nostra economia che sono il turismo, il commercio e il terziario e, nella loro vita lavorativa, non hanno mai utilizzato tali strumenti e non sanno nemmeno come funzionano”.
Ciò che preoccupa particolarmente i Consulenti del Lavoro è la crisi di liquidità già in atto, dato che la maggior parte degli esercizi pubblici e delle attività sono chiuse, con la situazione ancor piùgrave di Venezia, già fortemente provata dall’acqua alta dello scorso novembre.“È necessario snellire ulteriormente la burocrazia perché i lavoratori, se va bene, vedranno questi soldi a maggio” spiega la presidente.
Stesso discorso per il bonus della “sopravvivenza” di 600 euro per i lavoratori autonomi che deve essere richiesto tramite il sito Inps. “Oggi si registra la corsa alla richiesta del Pin perché la maggior parte di questi soggetti non ne è in possesso. Ed emergono anche tutti i limiti della bassa digitalizzazione della nostra popolazione e delle istituzioni. In Germania imprese, lavoratori autonomi e professionisti hanno già ricevuto una somma di denaro in acconto, direttamente dallo Stato”.
In questo contesto lavorano i Consulenti del lavoro e i loro dipendenti, in presenza e in smart working, con tutte le difficoltà di gestione familiare che comporta. “Ma il Governo, nei vari provvedimenti, si è dimenticato dei professionisti ordinistici: nessun sostegno e nessuna menzione – accusa Gobat -. E qui mi sorge spontanea una riflessione: chi sta fronteggiando in prima linea l’emergenza sanitaria? Medici, infermieri, psicologi, radiologi, assistenti sociali, tutti professionisti.E subito dopo, per fronteggiare l’emergenza economica, i Consulenti del lavoro. Non vogliamo applausi, né manifesti di ringraziamento, ma solo il riconoscimento tangibile del nostro ruolo sociale”.
CONTRIBUTI DEL 30% ALLE IMPRESE GIOVANILI. LUNEDI’ 17 PRESENTAZIONE DEL BANDO REGIONALE A MOGLIANO VENETO
Redattore Sociale – Ricuciamo insieme l’Italia
ACQUE ALTE A VENEZIA: SOLUZIONE MOSE
Una giornata di lavori di notevole spessore tecnico-scientifico, con relatori esperti e istituzioni per approfondire la soluzione del MoSE per Venezia. Il Convegno “Acque Alte a Venezia: soluzione MoSE”, organizzato da Consiglio Nazionale Ingegneri, Ordine Ingegneri Venezia, Collegio Ingegneri Venezia e Federazione Ordine Ingegneri Veneto si è svolto oggi nella sede dell’Ateneo Veneto in Campo San Fantin.
Il Convegno è stato trasmesso in diretta streaming in 16 sedi degli Ordini Ingegneri in vari territori italiani per un totale di oltre 500 Ingegneri accreditati che vanno a sommarsi ai 250 presenti all’Ateneo Veneto. La registrazione integrale è disponibile all’indirizzo https://youtu.be/yQhAduyN0oo.
“Il MoSE è un’opera molto complessa, unica al mondo: nessuno ha mai fatto delle chiusure di braccia di mare o lagune con installazioni sommerse come si è fatto qui a Venezia. Siamo in una città unica al mondo che richiede soluzioni tecniche assolutamente uniche – ha dichiarato Mariano Carraro, Presidente dell’Ordine Ingegneri di Venezia –. È un’opera che costa oltre 5 miliardi e mezzo e che costerà ulteriormente per la sua manutenzione, ma è straordinaria rispetto a qualunque altra opera di tipo analogo che è stata fatta nel mondo. I problemi ci sono e il convegno di oggi ne ha messo in rilievo alcuni. L’opera è ultimata al 93% e sarebbe un errore non completarla. Confidiamo nel fatto che chi l’ha progettata abbia tenuto conto di tutti gli aspetti posti in rilievo oggi e cerchiamo di difendere questa città meravigliosa”.
“Ci si è presentata un’occasione unica, dopo un silenzio assordante durato anni. A livello tecnico non c’è mai stata una comunicazione come quella di oggi. Siamo riusciti a portare a questo convegno eccellenze in tutti i sensi. Abbiamo avuto un confronto necessario, mai visto prima, grazie a conoscenze, persone autorevoli e personalità dotate di effettivo potere decisionale – ha affermato il Presidente del Collegio Ingegneri Venezia, Maurizio Pozzato –. Noi ingegneri siamo le persone dedicate alla soluzione dei problemi, in questo senso penso che la giornata di oggi sia molto importante per arrivare a qualcosa di concreto”.
“Si auspica che il MoSE sia completato, senza entrare nei particolari e nei tecnicismi, valutando esclusivamente l’aspetto di convenienza. Se ci saranno dei problemi le professionalità e le competenze tecniche ci sono e si saprà far fronte a ogni possibile criticità trovando un’opportuna soluzione – ha dichiarato Pasqualino Boschetto Presidente della Federazione Ordini Ingegneri del Veneto –. Riteniamo comunque irrinunciabile il completamento dell’opera, per poter mettere in funzione il MoSE, monitorandolo in modo da riuscire a capire sui fatti e non sulle previsioni”.
Quello che è emerso dal convegno è che la scelta ambientalista di progettare un’opera sommersa per minimizzare l’impatto visivo sul delicato ambiente lagunare ha condizionato e reso complesse le scelte tecnico progettuali che non potevano fare riferimento a esperienze analoghe sviluppatesi nel mondo, comportando di conseguenza anche costi aggiuntivi sia nel corso della realizzazione che nella sua successiva gestione e manutenzione.
La capacità progettuale dell’ingegneria e quella realizzativa dell’imprenditoria italiane, riconosciute in tutti gli ambienti scientifici competenti, offre ampie garanzie che il raggiungimento del difficile obiettivo possa essere raggiunto e che il sistema di chiusura temporanea delle bocche di porto funzioni e garantisca la sopravvivenza di Venezia sempre più minacciata dalla evoluzione dei cambiamenti climatici che interessano il nostro pianeta.
L’ultimazione dell’opera, secondo la comunità degli ingegneri, non ammette più ritardi, ripensamenti e incertezze decisionali continuando nelle scia delle polemiche. Si rende necessario invece individuare un soggetto gestore del sistema e che venga definita e posta in essere quanto prima una cabina di regia che coinvolga tutti gli Enti interessati e che definisca la metodologia e le regole atte a consentire la chiusura temporanea delle bocche di porto, assicurando tempestività decisionale ed operatività.