Oggi, lunedì 5 giugno, il sottosegretario all’Economia e alle Finanze on. Pier Paolo Baretta ha partecipato all’incontro “Le nuove prospettive per le finanze degli enti locali”, a sostegno di Alessandro Bortoluzzi sindaco, a Conegliano, insieme alla ministra alla Semplificazione e alla Pubblica Amministrazione Marianna Madia. “Viviamo un momento particolare che bisogna saper cogliere – ha esordito Baretta –: stiamo iniziando a vedere dei risultati, frutto di un lungo lavoro svolto negli ultimi anni di Governo. I dati parlano di una ripresa, ma non è ancora percepita dalle persone: dobbiamo colmare questo gap, innanzitutto essendo convincenti sui numeri che presentiamo. Le entrate fiscali sono cresciute del 2% dall’anno scorso, quasi il 2% dal lavoro dipendente. Inoltre, c’è un 5,2% in più di Iva. Questi dati indicano che qualcosa davvero si sta muovendo”.
“A questo punto – ha aggiunto – dobbiamo avere una visione chiara del nostro futuro. E per farlo dobbiamo partire dalle realtà territoriali. Siamo senza una guida. Il governatore Zaia si è molto arrabbiato in questi giorni sulla questione delle banche venete e si è mosso come se fosse estraneo alla questione. Non è possibile che una delle regioni con il più alto tasso di esportazione, con il più alto tasso di capacità imprenditoriale, con un tasso di turismo altissimo sia tutta concentrata sul come separarsi da Roma. Noi veneti dobbiamo chiedere di contare di più a Roma, non di separarci dalla capitale”.
“Industria, turismo e cultura e logistica sono i punti di forza del nostro territorio – ha proseguito il sottosegretario –. La nostra strategia deve essere fondata sulla capacità di sostegno economico. Per questo non ci possiamo permettere che le due banche venete falliscano, come ritiene anche il Governo e il segretario del Partito Democratico. In un territorio come questo se falliscono le banche avremmo una crisi drammatica. Ci vuole dunque una strategia di sostegno a questa capacità di sviluppo economico”. “Conegliano è un paese importante per la collocazione centrale nel Veneto – ha concluso -, per la possibilità di essere un punto di aggregazione di politiche di sviluppo, per la sua tradizione culturale e storica, per il tessuto industriale. Con queste elezioni noi apriamo una fase nuova: inizia da qui la nostra battaglia perché il Veneto cambi e perché diventi realtà di traino del nostro Paese”.