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INGEGNERI VENETI ALLA REGIONE: “RICLASSIFICARE IL RISCHIO SISMICO PER ALLARGARE L’ACCESSO AI BONUS. COSÌ RIPARTE L’ECONOMIA E SI GARANTISCE SICUREZZA”

La Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto in audizione oggi in Regione sulla proposta di legge sulle semplificazioni in edilizia  162  i Comuni interessati in Veneto: 72 in provincia di Padova, 35 in provincia di Rovigo, 6 in provincia di Vicenza,  20 in provincia di Venezia, 1 in provincia di Belluno e 28 comuni in provincia di Verona

 

“Riclassificare i 162 Comuni attualmente inseriti nella zona sismica 4 trasferendoli in zona 3, estendendo così il beneficio fiscale del Sismabonus e le agevolazioni fiscali previste dal recente Decreto Rilancio. Un modo per sostenere le aziende venete aumentando la platea dei beneficiari e contemporaneamente garantendo maggiore prevenzione sismica”. La richiesta è stata espressa oggi dal presidente della FOIV- Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto Pasqualino Boschetto, nel corso dell’audizione in Regione sulla proposta di legge n. 513 “Semplificazioni in materia di urbanistica ed edilizia per il rilancio del settore delle costruzioni e la promozione della rigenerazione urbana e del contenimento del consumo del suolo “Veneto cantiere veloce”.

 

“Bene che la Regione si sia posta come obiettivo la semplificazione – ha sottolineato Boschetto -. Reputo che introdurre in questa legge regionale la nostra proposta centrerebbe ulteriormente l’obiettivo, dando una spinta importante al comparto edile molto danneggiato dall’emergenza coronavirus di questi mesi. Si garantirebbe l’accesso di fatto ai seguenti contributi: Sismabonus, superbonus 110% per gli interventi di risparmio energetico più impegnativi, cessione del credito per le ristrutturazioni al 50%, ecobonus al 65% e bonus facciate”.

 

I 162 comuni indicati dalla FOIV, che ha redatto la proposta congiuntamente con la Federazione degli Architetti del Veneto e l’Ordine regionale dei Geologi, avrebbero effettivamente il diritto di usufruire dello sgravio fiscale in base ai rilevamenti dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), poiché presentano valori standard di accelerazione orizzontale massima del terreno (ag) maggiori di 0,05, ossia al di sopra della soglia minima stabilita dall’INGV per far ricadere il relativo territorio in zona 3. Eppure non possono accedere agli incentivi in base all’attuale classificazione regionale. Si tratta, per la precisione, di 72 comuni in provincia di Padova, 35 in provincia di Rovigo, 6 in provincia di Vicenza, 20 in provincia di Venezia, 1 in provincia di Belluno e 28 in provincia di Verona. Tra questi, tre capoluoghi come Padova, Venezia, Rovigo.

 

“Il passaggio da zona sismica 4 a zona 3 non comporterebbe ulteriori adempimenti tecnici e amministrativi o aggravi al bilancio regionale o ai soggetti che eseguono interventi edilizi su tali territori – ha precisato Boschetto -. È necessario però provvedere a un livello di classificazione sismica coerente con i valori resi disponibili dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia rispetto alla classificazione esistente”.

ACQUE ALTE A VENEZIA: SOLUZIONE MOSE

Una giornata di lavori di notevole spessore tecnico-scientifico, con relatori esperti e istituzioni per approfondire la soluzione del MoSE per Venezia. Il Convegno “Acque Alte a Venezia: soluzione MoSE”, organizzato da Consiglio Nazionale Ingegneri, Ordine Ingegneri Venezia, Collegio Ingegneri Venezia e Federazione Ordine Ingegneri Veneto si è svolto oggi nella sede dell’Ateneo Veneto in Campo San Fantin.

 

Il Convegno è stato trasmesso in diretta streaming in 16 sedi degli Ordini Ingegneri in vari territori italiani per un totale di oltre 500 Ingegneri accreditati che vanno a sommarsi ai 250 presenti all’Ateneo Veneto. La registrazione integrale è disponibile all’indirizzo https://youtu.be/yQhAduyN0oo.

 

“Il MoSE è un’opera molto complessa, unica al mondo: nessuno ha mai fatto delle chiusure di braccia di mare o lagune con installazioni sommerse come si è fatto qui a Venezia. Siamo in una città unica al mondo che richiede soluzioni tecniche assolutamente uniche – ha dichiarato Mariano Carraro, Presidente dell’Ordine Ingegneri di Venezia –. È un’opera che costa oltre 5 miliardi e mezzo e che costerà ulteriormente per la sua manutenzione, ma è straordinaria rispetto a qualunque altra opera di tipo analogo che è stata fatta nel mondo. I problemi ci sono e il convegno di oggi ne ha messo in rilievo alcuni. L’opera è ultimata al 93% e sarebbe un errore non completarla. Confidiamo nel fatto che chi l’ha progettata abbia tenuto conto di tutti gli aspetti posti in rilievo oggi e cerchiamo di difendere questa città meravigliosa”.

 

“Ci si è presentata un’occasione unica, dopo un silenzio assordante durato anni. A livello tecnico non c’è mai stata una comunicazione come quella di oggi. Siamo riusciti a portare a questo convegno eccellenze in tutti i sensi. Abbiamo avuto un confronto necessario, mai visto prima, grazie a conoscenze, persone autorevoli  e personalità dotate di effettivo potere decisionale – ha affermato il Presidente del Collegio Ingegneri Venezia, Maurizio Pozzato –. Noi ingegneri siamo le persone dedicate alla soluzione dei problemi, in questo senso penso che la giornata di oggi sia molto importante per arrivare a qualcosa di concreto”.

 

“Si auspica che il MoSE sia completato, senza entrare nei particolari e nei tecnicismi, valutando esclusivamente l’aspetto di convenienza. Se ci saranno dei problemi le professionalità e le competenze tecniche ci sono e si saprà far fronte a ogni possibile criticità trovando un’opportuna soluzione – ha dichiarato Pasqualino Boschetto Presidente della Federazione Ordini Ingegneri del Veneto –. Riteniamo comunque irrinunciabile il completamento dell’opera, per poter mettere in funzione il MoSE, monitorandolo in modo da riuscire a capire sui fatti e non sulle previsioni”.

 

Quello che è emerso dal convegno è che la scelta ambientalista di progettare un’opera sommersa per minimizzare l’impatto visivo sul delicato ambiente lagunare ha condizionato e reso complesse le scelte tecnico progettuali che non potevano fare riferimento a esperienze analoghe sviluppatesi nel mondo, comportando di conseguenza anche costi aggiuntivi sia nel corso della realizzazione che nella sua successiva gestione e manutenzione.

La capacità progettuale dell’ingegneria e quella realizzativa dell’imprenditoria  italiane, riconosciute in tutti gli ambienti scientifici competenti, offre ampie garanzie  che il raggiungimento del difficile obiettivo possa essere raggiunto e che il sistema di  chiusura temporanea delle bocche di porto funzioni e garantisca la sopravvivenza di Venezia sempre più minacciata dalla evoluzione dei cambiamenti climatici che interessano il nostro pianeta.

L’ultimazione dell’opera, secondo la comunità degli ingegneri, non ammette più ritardi, ripensamenti e incertezze decisionali continuando nelle scia delle polemiche. Si rende necessario invece individuare un soggetto gestore del sistema e che venga definita e posta in essere quanto prima una cabina di regia che coinvolga tutti gli Enti interessati e che definisca la metodologia e le regole atte a consentire la chiusura temporanea delle bocche di porto, assicurando tempestività decisionale ed operatività.

“RICLASSIFICARE I COMUNI VENETI DA ZONA SISMICA 4 A ZONA SISMICA 3, PER AVERE ACCESSO AL SISMABONUS”: LA RICHIESTA DELLA FOIV – FEDERAZIONE DEGLI ORDINI DEGLI INGEGNERI DEL VENETO ALLA REGIONE

154 i Comuni interessati: 64 in provincia di Padova, 35 in provincia di Rovigo, 6 in provincia di Vicenza, 20 in provincia di Venezia e 28 comuni in provincia di Verona

Sostegno da ANCI Veneto: “Non comporterebbe aggravio amministrativo, ma solo benefici ai Comuni”

“Aprire un tavolo di lavoro in Regione Veneto per riclassificare i 154 Comuni attualmente inseriti nella zona sismica 4 trasferendoli in zona 3, così da estendere il beneficio fiscale del Sismabonus anche a quei comuni che di fatto, secondo i rilevamenti dell’INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, avrebbero il diritto di usufruire dello sgravio fiscale ma che non possono accedervi in base alla classificazione regionale”.  È la proposta della FOIV – Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto alla Regione, che ha già raccolto il supporto dell’ANCI Veneto, per bocca della vicepresidente vicaria e past president Maria Rosa Pavanello, intervenuta nell’assemblea della Federazione nella serata del 9 dicembre scorso.

Secondo la zonazione regionale vigente sono 154 i comuni inseriti in zona sismica 4 e precisamente: 64 in provincia di Padova, 35 in provincia di Rovigo, 6 in provincia di Vicenza, 20 in provincia di Venezia e 28 comuni in provincia di Verona. “Comuni, questi, di fatto esclusi dall’accesso al Sismabonus, lo sconto fiscale applicabile agli interventi di adeguamento sismico di immobili ed edifici siti in zone a rischio terremoto -. sottolinea Gian Pietro Napol, past president di Foiv e coordinatore del gruppo di lavoro sulla prevenzione sismica -. Tutti Comuni che presentano però valori standard di accelerazione orizzontale massima del terreno (ag) maggiori di 0,05, ossia al di sopra della soglia minima stabilità dall’INGV per far ricadere il relativo territorio in zona 3”.

“Il passaggio da zona sismica 4 a zona 3 non comporterebbe ulteriori adempimenti tecnici e amministrativi o ulteriori aggravi al bilancio regionale o ai soggetti che eseguono interventi edilizi su tali territori – precisa il presidente di FOIV, Pasqualino Boschetto -. È necessario però provvedere a un livello di classificazione sismica coerente con i valori resi disponibili dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia rispetto alla classificazione esistente”.

“Ritengo la proposta della FOIV molto interessante perché non comporterebbe incombenze per i Comuni, ma solo benefici, permettendo di garantire ulteriore protezione e adeguamento sismico degli edifici, tema che a noi amministratori sta molto a cuore – dichiara Pavanello -. Siamo dunque disponibili a sostenere la Federazione nella richiesta alla Regione Veneto di modificare la legge regionale, così come peraltro ha già fatto la Lombardia”.

Foiv – La proposta della Foiv per la revisione della zonazione sismica sulla stampa

Cs Foiv – “RICLASSIFICARE I COMUNI VENETI DA ZONA SISMICA 4 A ZONA SISMICA 3, PER AVERE ACCESSO AL SISMABONUS”: LA RICHIESTA DELLA FOIV – FEDERAZIONE DEGLI ORDINI DEGLI INGEGNERI DEL VENETO ALLA REGIONE

154 i Comuni interessati: 64 in provincia di Padova, 35 in provincia di Rovigo, 6 in provincia di Vicenza, 20 in provincia di Venezia e 28 comuni in provincia di Verona

Sostegno da ANCI Veneto: “Non comporterebbe aggravio amministrativo, ma solo benefici ai Comuni”

“Aprire un tavolo di lavoro in Regione Veneto per riclassificare i 154 Comuni attualmente inseriti nella zona sismica 4 trasferendoli in zona 3, così da estendere il beneficio fiscale del Sismabonus anche a quei comuni che di fatto, secondo i rilevamenti dell’INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, avrebbero il diritto di usufruire dello sgravio fiscale ma che non possono accedervi in base alla classificazione regionale”.  È la proposta della FOIV – Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto alla Regione, che ha già raccolto il supporto dell’ANCI Veneto, per bocca della vicepresidente vicaria e past president Maria Rosa Pavanello, intervenuta nell’assemblea della Federazione nella serata del 9 dicembre scorso.

Secondo la zonazione regionale vigente sono 154 i comuni inseriti in zona sismica 4 e precisamente: 64 in provincia di Padova, 35 in provincia di Rovigo, 6 in provincia di Vicenza, 20 in provincia di Venezia e 28 comuni in provincia di Verona. “Comuni, questi, di fatto esclusi dall’accesso al Sismabonus, lo sconto fiscale applicabile agli interventi di adeguamento sismico di immobili ed edifici siti in zone a rischio terremoto -. sottolinea Gian Pietro Napol, past president di Foiv e coordinatore del gruppo di lavoro sulla prevenzione sismica -. Tutti Comuni che presentano però valori standard di accelerazione orizzontale massima del terreno (ag) maggiori di 0,05, ossia al di sopra della soglia minima stabilità dall’INGV per far ricadere il relativo territorio in zona 3”.

“Il passaggio da zona sismica 4 a zona 3 non comporterebbe ulteriori adempimenti tecnici e amministrativi o ulteriori aggravi al bilancio regionale o ai soggetti che eseguono interventi edilizi su tali territori – precisa il presidente di FOIV, Pasqualino Boschetto -. È necessario però provvedere a un livello di classificazione sismica coerente con i valori resi disponibili dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia rispetto alla classificazione esistente”.

“Ritengo la proposta della FOIV molto interessante perché non comporterebbe incombenze per i Comuni, ma solo benefici, permettendo di garantire ulteriore protezione e adeguamento sismico degli edifici, tema che a noi amministratori sta molto a cuore – dichiara Pavanello -. Siamo dunque disponibili a sostenere la Federazione nella richiesta alla Regione Veneto di modificare la legge regionale, così come peraltro ha già fatto la Lombardia”.

Cs Foiv – “Necessario il Mose in tempi rapidi”

“L’acqua alta straordinaria di queste ore rende evidente la necessità di vedere funzionante il MOSE al più presto. Prima lo vedremo in opera e prima tutti potremo capire e conoscere le potenzialità di questo sistema difensivo, l’unico sulla carta a garantire la sicurezza della città”. Così la FOIV – Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto, per bocca del suo consigliere Massimo Coccato, ingegnere idraulico. Una posizione pienamente condivisa anche dal presidente dell’Ordine degli ingegneri di Venezia, Mariano Carraro.
“Purtroppo la data di avvio del sistema MOSE è stata spostata ancora in avanti di un altro anno e mezzo – aggiunge -, mentre bisognerebbe fare di tutto per stringere i tempi. Non possiamo ignorare che questa è stata la seconda acqua alta straordinaria in 53 anni, dopo quella del 1966. In precedenza eventi di questa portata si registravano con intervalli maggiori, di un secolo circa”.

La FOIV, in considerazione dei disagi non solo a Venezia ma in tutto il territorio, chiede anche alla Regione di stanziare risorse per poter realizzare il Piano degli interventi in tempi stretti: “Pur avendo già in parte avviato alcune opere in tal senso dopo l’alluvione del 2010, rimangono scoperti importanti fronti tra cui, per esempio, il Piave che proprio in queste ore presenta forti criticità: su questo il Piano prevede azioni che devono essere realizzate con urgenza”.

Cs Foiv – Domani la FOIV e l’Ordine degli Ingegneri di Padova incontrano l’ambasciatore della Malesia a Padova

La FOIV – Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto e l’Ordine degli Ingegneri di Padova incontreranno domani, martedì 26 ottobre alle ore 18.30, l’ambasciatore della Malesia Abdul Malik Melvin Castelino. Presenti all’incontro il presidente di FOIV Pasqualino Boschetto e il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Padova Massimo Coccato.  “Sarà questa l’occasione per illustrare il ruolo e le attività dell’ingegnere, oltre che i compiti e il funzionamento di un ente quale l’Ordine professionale e la Federazione – spiegano Boschetto e Coccato  -. L’appuntamento si inserisce nell’ambito di un ciclo di incontri che l’ambasciatore sta organizzando in tutta Italia per conoscere al meglio la nostra realtà professionale civile e sociale”.

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