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Fondazione Zancan- Studio CRESCERE: i risultati della terza annualità. Ragazzi immersi nella realtà virtuale, ma ciò che conta sono le relazioni

Sono presentati oggi i risultati della terza annualità del progetto “Crescere”, lo studio realizzato dalla Fondazione “Emanuela Zancan” che segue nel tempo un campione di oltre 500 ragazzi dagli 11 ai 18 anni delle province di Padova e Rovigo, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

I ragazzi di oggi sono immersi nella realtà virtuale: 9 su 10 si collegano a internet tutti i giorni, comunicano con i social (Whatsapp, Facebook e tanti altri). Ma non gli basta. Hanno bisogno di relazioni vere, dirette e non “virtuali”. Alla domanda “Qual è la cosa più importante per essere felici?” i ragazzi mettono al primo posto gli amici, quelli veri: “che mi aiutano nel momento del bisogno”, “con cui sfogarsi, con cui posso parlare senza essere giudicato”. Emerge l’importanza della famiglia: “Avere una famiglia che mi sostenga, che mi ascolti, con cui si possa essere se stessi”. Parlano dell’amore e di quanto questa esperienza sia importante per loro. Rimarcano il bisogno di relazioni autentiche: “Qualcuno che ti vuole bene e con cui puoi essere sincero senza aver paura”.

I risultati in pillole

Internet e social network: la generazione dei sempre connessi

A 15 anni 9 ragazzi su 10 si collegano a internet tutti i giorni. Il 98% possiede uno smartphone per il proprio uso personale e più di uno su tre (37%) naviga libero, senza limiti di tempo o restrizioni di siti in cui non può andare. Il più delle volte usano internet da soli, oppure con gli amici. Chattano, giocano ai videogiochi, fanno ricerche per la scuola, ascoltano musica, usano i social network. Rispetto a 3 anni fa, quando gli stessi ragazzi avevano 12 anni, è aumentato l’uso dei social: ora quasi tutti usano Whatsapp per comunicare (95%), uno su due ha un profilo Facebook e il 30% lo guarda tutti i giorni o quasi (tre anni fa erano il 20%, di cui il 10% tutti i giorni). Altri usano Instagram (69%), Skype (22%), Google+ (16%), Ask (16%), Snapchat, Telegram, Tumblr ecc.

Soddisfazione per la vita: un trend decrescente nel tempo

Abbiamo chiesto ai ragazzi se sono felici e quanto sono soddisfatti della loro vita. Nel primo anno di studio, quando i ragazzi avevano 12 anni, il quadro era molto positivo. A distanza di tre anni, le proporzioni sono cambiate. La percentuale di ragazzi pienamente soddisfatti passa dal 77% al 58%. Quelli che si collocano nella fascia intermedia passano dal 22% al 39%. I ragazzi completamente scontenti della loro vita sono ancora una minoranza (2,8%), ma comunque si tratta di una proporzione in crescita (nella prima wave erano appena lo 0,4%).

Autostima: livelli in calo ma pur sempre elevati

In generale, i ragazzi a 14-15 anni d’età hanno un buon livello di autostima e fiducia nelle proprie capacità: 9 su 10 pensano di valere almeno quanto gli altri. 8 su 10 hanno un atteggiamento positivo verso se stessi e complessivamente sono soddisfatti di quello che sono. Nei tre anni a confronto per quasi 4 ragazzi su 10 (38,8%) il livello di fiducia in sé è diminuito. Altrettanti non hanno indicato variazioni, a denotare una situazione di sostanziale stabilità nel tempo. Il restante 22% dei ragazzi ha invece migliorato la propria autostima rispetto a tre anni prima.

Benessere e autostima: per maschi e femmine non è lo stesso

Nei primi anni dello studio, quando i ragazzi avevano dagli 11 ai 13 anni, non sono emerse sostanziali differenze tra maschi e femmine. Nel terzo anno di osservazione, invece, al raggiungimento dei 15 anni d’età, le differenze per genere si fanno più forti e sono i maschi che mediamente esprimono livelli di benessere più elevati rispetto alle femmine. L’area in cui si osservano maggiori differenze è l’aspetto fisico: le ragazze sono mediamente più insoddisfatte. Idem per la fiducia in se stessi: a 15 anni l’87% dei maschi ha un atteggiamento positivo verso di sé, mentre per le femmine è vero nel 75% dei casi. Viceversa, il 50% delle ragazze a volte si sente inutile (il 32% per i maschi). Il 50% delle femmine vorrebbe avere maggior rispetto di sé (il 39% per i maschi).

Per essere felici: le relazioni prima di tutto

Abbiamo chiesto ai ragazzi di indicarci qual è “la cosa più importante per essere felici”. Dall’analisi delle loro parole emerge il grande valore che attribuiscono alle relazioni: gli amici al primo posto, poi la famiglia e l’amore. Gli amici sono la prima fonte di felicità per 4 ragazzi su 10. Si tratta di amici “veri”, su cui poter contare nel momento del bisogno. Per loro è importante “essere apprezzati”, “capiti” ed “accettati”. La famiglia è al secondo posto, indicata da 2 ragazzi su 10: “Sapere che la mia famiglia sta bene e rendermi conto che i miei genitori mi vogliono bene”. Emerge anche la ricerca di amore, inteso come “avere qualcuno che mi voglia bene” e che “mi rispetti”. I ragazzi esprimono poi il desiderio di “essere se stessi”, di avere fiducia nelle proprie capacità. Hanno bisogno di essere accettati per quello che sono e di volersi bene. Uno su dieci fa riferimento al “fare felice” o “aiutare” l’altro: “Per me essere felice non vuol dire solo fare le cose che ci fanno stare bene ma significa anche aiutare gli altri a stare bene”.

 

Commenti ai risultati:

“Passando dai 12 ai 15 anni gli adolescenti acquistano maggiore consapevolezza di sé, dei propri punti di forza ma anche delle proprie debolezze. Per questo si nota un calo nei livelli di benessere. – ha commentato Elisabetta Crocetti, ricercatrice all’Università di Bologna -. Inoltre il passaggio dall’ambiente più familiare delle scuole medie a quello più istituzionale delle scuole superiori implica un lavoro significativo sul proprio concetto di sé. Tutti questi aspetti spingono gli adolescenti a rimettersi in discussione, modificando la propria percezione di sé e perdendo alcune certezze precedenti”.

“Lo studio crescere ci sta dando informazioni a volte sorprendenti: la voglia di parlare dei ragazzi, il loro desiderio di essere ascoltati, capiti e amati, mentre sono sempre connessi. – ha commentato il direttore della Fondazione Emanuela Zancan, Tiziano Vecchiato -. Non li disturba il rumore da troppa comunicazione ma l’ansia di non diventare quello che vorrebbero. È motivo di sofferenza e incertezza. Il porto sicuro sono gli amici, l’essere considerati, ascoltati, poter contare sui genitori quando c’è bisogno. Il problema è quando e come, al momento giusto.”

 

Il progetto Crescere – realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo – ha il patrocinio della Fondazione Città della Speranza e dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. È realizzato dalla Fondazione Emanuela Zancan onlus, in collaborazione con l’Azienda Ulss 16, i Comuni, le scuole e molti altri enti del territorio. È sostenuto e promosso dal Garante regionale dei diritti della persona della Regione Veneto.

Iniziato nel 2013 su un campione di circa 500 ragazzi che allora avevano 11-12 anni, lo studio li ha “accompagnati” in questi tre anni monitorando le condizioni di crescita e di sviluppo verso l’età adulta a livello fisico, relazionale, emotivo, delle capacità e delle aspettative di vita. Il progetto, che proseguirà fino al compimento del 18° anno di età, mette a fuoco i fattori che favoriscono il benessere e la crescita positiva, offrendo un supporto prezioso per i genitori, gli insegnanti, gli educatori, gli amministratori e tutti coloro che accompagnano gli adolescenti nel percorso di crescita.

Per ulteriori informazioni: www.crescerebene.org

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